Paolo Monti

Rendere visibile il non visibile

Rendere visibile il non visibile

TELECONNESSIONI DI PACE

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Teleconnessioni di pace. Costellazione a propulsione di connettività dal primo Museo dello Spazio è il titolo dell’opera che Paolo Monti 37788 espone a Spazio Colleferro durante le celebrazioni per Colleferro Capitale Europea dello Spazio 2022.
L’opera trae origine dal meta-progetto InfraTazebAu s’pace.
Informazione in Rivoluzione. C.G.B. Satellite a Propulsione Epistemologica R.F.I.D. Sindone 21’37”, avviato da Monti nel 2005 sulle tracce di Marco Polo per poi legarlo allo “Spazio” nel 2006 con la firma di Paolo Nespoli a ESA-ESRIN Frascati. C.G.B. è l’acronimo del Circolo dedicato all’epistemologo inglese Gregory Bateson al quale è dedicato il progetto, mentre Sindone 21’37” è il titolo dell’opera in orbita, costituita da un dollaro sbiancato che conserva traccia del volto di George Washington impresso sulla banconota. Un’opera emblema di pace ospitata a bordo del micro satellite EDUSAT di proprietà dell’Agenzia Spaziale Italiana, coordinato dal gruppo G.A.U.S.S. della Scuola di Ingegneria Aerospaziale (S.I.A.) Sapienza Università di Roma, fondata dal Gen. Ing. Luigi Broglio padre dello Spazio Italiano, lanciata in orbita con successo con il vettore russo-ukraino dal Kosmodromo di Yasny il 17 agosto 2011.
Paolo Monti ha eletto il satellite EDUSAT, ID: 37788, a sua galleria personale e di fatto il primo Museo orbitante al mondo in omaggio allo Spazialismo di Lucio Fontana e al Volo di Yves klein. EDUSAT Satellite details 2011-044A NORAD 37788 (n2yo.com)

Molte le iniziative che lo hanno raccontato in questi undici anni, come la mostra Track Money Where’s George? all’interno della Notte Europea dei Ricercatori tenutasi nel 2016 all’Agenzia Spaziale Italiana, affiancata da una conferenza in sala Cassini moderata da Paolo D’Angelo, con la partecipazione tra gli altri dell’Ing. Roberto Somma noto esperto di Spazio.
Muovendo da questa esperienza l’opera Teleconnessioni di Pace. Costellazione a Propulsione di Connettività è stata ideata per gemellare il Museo Spazio Colleferro al Museo dello Spazio 37788, un’installazione che impiega il segnale trasmesso in tempo reale dal NORAD ID 37788 www.n2yo.com/?s=37788 in un gemellaggio tra Spazio Terra Arte, ripreso anche nell’opera che l’amico artista Loris Alessandro Carlan ha voluto dedicare a Paolo Monti e divenuta il titolo della sua mostra personale esposta in contemporanea a Spazio Colleferro.
IL satellite EDUSAT, primo museo in orbita ad urbanizzare lo Spazio, è stato teleconnesso nell’installazione di Monti a due satelliti davvero speciali, LARES 1 e LARES 2 (LAser RElativity Satellite), entrambi lanciati con il VEGA realizzato da AVIO a Colleferro, ideati dal Prof. Ignazio Ciufolini e progettati alla S.I.A. dal gruppo del Prof. Antonio Paolozzi con il Ricercatore Claudio Paris, responsabile dei test termo-ottici dei satelliti LARES ed EDUSAT.
L’opera teleconnessioni di pace, in mostra dal 10 al 18 dicembre in omaggio alla Beata Vergine Lauretana Patrona degli Aeronauti, ha originato un museo spaziale diffuso di luoghi significativi sulla Terra teleconnessi allo Spazio profondo in un Panottico di osservazione sul Creato, ponte olo-relazionale di connettività tra Cielo e Terra.

Coordinamento Arch. Laura Rossi
+39 338 8107315 – laurarossi@metatronzone.it
www.paolomonti37788.it

La mostra è affiancata da una tavola rotonda, moderatore Marco Regi, Ingegnere, Consigliere Ass. Arma Aeronautica (A.A.A.) Sez. Roma 2 Luigi Broglio,
Indirizzo di saluto:
Pierluigi Sanna Sindaco di Colleferro e Vice Sindaco Metropolitano;
Orlando Pocci Sindaco di Velletri;
Francesco Guadagno Assessore Capitale Europea dello Spazio,
con la partecipazione di:
Patrizia Audino, Psicologa, Scrittrice, Docente di Filosofia e Scienze Umane;
Luigi Campanella, Chimico, Prof. Emerito Università Roma Sapienza, Presidente MUSIS;
Nazzareno Cardinali, Gen. Isp. C. (r), Presidente A. A. A. Sez. Roma 2 L. Broglio;
Giuseppe Cornacchia Gen. B.A.(r), Vice Presidente A.A.A. Sez. Roma 2 L. Broglio; Ivana Della Portella, Storica dell’Arte, Vice-Presidente Azienda Speciale PalaExpo Roma;
Denis Fadda Professore, Président International de La Renaissance Française, Ancien Président de l’Académie des Sciences d’Outre-Mer;
Rino Falcone, Fisico, Cognitive Scientist, Dirigente di Ricerca di ISTC-CNR;
Giuseppe Grande, Ingegnere, già Direttore del settore spaziale, protagonista delle trasformazioni aziendali dalla B.P.D. alla FIAT AVIO;
Loreto Lauri, M.llo Aiut. Lgt, Presidente A.A. A. Sezione di Colleferro;
Antonio Paolozzi, Professore Scuola Ingegneria Aerospaziale di Roma Sapienza, Progettista dei LARES 1 e 2 (Laser Relativity Satellite);
Claudio Paris, Ricercatore Scuola di Ingegneria Aerospaziale, Responsabile dei test termo ottici dei satelliti LARES ed EDUSAT
Giorgio Priori, Ingegnere, esperto di finanza e valutazione dei rischi finanziari;
Luisa Riccardi, Direttore del V Reparto “Innovazione Tecnologica” del Segretariato Generale della Difesa/DNA;
Josè Juan Skof, Presidente Regionale A.A.A. Sezioni del Lazio e Presidente A. A. A. Sez. Velletri;
Roberto Somma, Ingegnere, noto esperto del settore spaziale nel quale è attivo da oltre mezzo secolo, ha diretto tra l’altro lo sviluppo dell’osservazione della terra con tecniche radar, estese successivamente all’osservazione dei pianeti;
Lucia Viscio, Imprenditrice, Cons. Terziario Donna di Confcommercio Roma, membro di IWEC Foundation, Rotariana con incarichi nazionali e internazionali.

ANTICIPARE IL FUTURO

Giuseppe Grande

La nascita dell’attività spaziale a Colleferro

La B.P.D. uscì dalla guerra completamente distrutta.

Negli immediati anni del dopoguerra l’azienda compì una efficacissima opera di riconversione industriale dal militare, proibito per il trattato di pace, al civile.

Quando però fu di nuovo consentito produrre munizionamento pose la prima pietra per l’attività spaziale entrando nella propulsione a razzo con la produzione di razzi da due pollici seguita poi da quella dei motori per il missile Hawk.

Il know how così acquisito permise di progettare, realizzare e lanciare dei razzi sonda per ricerche nell’atmosfera ed iniziare una partecipazione ai programmi spaziali europei con i motori d’apogeo da integrare nei satelliti ed i motori di separazione degli stadi di ARIANE.

A questo seguì la progettazione, sviluppo e produzione di motori di decollo (booster) per ARIANE, di massa sempre crescente, dalle 7 tonnellate per Ariane 3 fino alle 240 tonnellate per ARIANE 5.

L’evoluzione sistemistica che ne seguì ha consentito di giungere alla realizzazione di un lanciatore spaziale interamente italiano, il VEGA.

La CVA Communautè des Villes ARIANE

Alla fine dell’anno 2000 Italia Francia e Germania spinti da Arianespace, Società nata per la promozione e la gestione dei servizi del lanciatore ARIANE, concepirono il progetto di una Associazione che comprendesse il maggior numero possibile di Aziende coinvolte nella realizzazione di ARIANE e le Città in cui queste aziende sono situate. L’attività promozionale svolta soprattutto da FIAT AVIO, MAN E CNES portò, nell’arco di un anno, al coinvolgimento di una ventina di Aziende e delle relative Città.

Scopo della CVA è di coinvolgere i giovani delle Nazioni Europee, anche con visite di scambio, in seminari interculturali sulle attività spaziali.

I primi seminari si svolsero negli anni 2002 e 2003 con la partecipazione di ragazzi provenienti da Italia, Francia e Germania.

In considerazione del successo ottenuto è cresciuto nel tempo il numero di Aziende e Città coinvolte con iniziative che dopo venti anni sono sempre più complete e vivaci.

Paolo Monti 37788, Teleconnessione ARTEMIS, 2020

SPAZIO – TERRA – ARTE

Roberto Somma

Le tappe più significative della storia della conquista dello spazio da parte dell’uomo sono impresse nella nostra memoria attraverso frasi pronunciate dai loro protagonisti e molto spesso riportate nei libri di storia a beneficio di quanti non c’erano. Con riferimento al rapporto tra lo Spazio e l’arte di Paolo Monti, mi piace ricordare quella pronunciata il 12 Aprile 1961 da Yuri Gagarin, primo uomo in orbita attorno al nostro pianeta: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”, espressione d’amore verso il nostro pianeta piuttosto che celebrativa dell’impresa dell’uomo, parole che trasmettono anche la consapevolezza del valore del “punto di osservazione privilegiato” conquistato dall’uomo per l’osservazione della Terra, cosa che ha fatto gradualmente maturare la coscienza che il nostro pianeta è un sistema complesso, un vero e proprio organismo vivente nel quale le varie sfere (biosfera, criosfera, idrosfera, atmosfera, etc.), come i sistemi del nostro organismo e le funzioni da essi svolte, interagiscono per determinarne lo stato di salute complessivo.

Ma quale il rapporto tra l’arte di Paolo e lo spazio? Parlare con Paolo Monti non è la cosa più facile della Terra ma, dopo alcune ore passate a discorrere con lui, ritenni di aver capito (… o almeno sperai di averlo fatto) il messaggio affidato all’opera in orbita, dal titolo, difficilmente memorizzabile, Infra-TazebAu s’pace 2011. Information in revolution. C.G.B. Epistemologically propelled satellite. Lift-Off Shroud R.F.I.D. 21’37’’.

Un titolo dietro al quale si cela un dollaro de-identificato, che ha perso, per opera di Paolo la sua connotazione di “valore economico” per assumere una ri-identificazione come simbolo di relazione tra popoli e culture, fungendo da “diario di viaggio” in un itinerario icona dell’incontro tra civiltà, quello di Marco Polo da Venezia alla Cina lungo la Via della Seta, ripercorso in un moto-raid nel 2005. A registrare le tappe del lungo percorso, firme raccolte sull’ex-dollaro testimonianza di incontro con i paesi attraversati e le civiltà incontrate. Il lancio nello spazio e l’inserimento dell’opera in orbita attorno alla Terra si pone allora come prosecuzione del suo viaggio, grazie all’ospitalità di un mezzo che, per sua natura, non si cura dei confini creati dall’uomo sulla superficie del pianeta ed al quale sono affidati molti compiti che contribuiscono alla conoscenza reciproca dei popoli (si pensi alle telecomunicazioni) ed alla condivisione di molte problematiche di portata globale (si pensi all’osservazione del pianeta per finalità di protezione climatica ed ambientale).

Accanto a questo parallelismo simbolico tra l’opera in orbita di Paolo Monti 37788 ed i sistemi spaziali in generale, fui colpito, nella prima visita allo studio, da un altro parallelismo che potrei definire “tecnologico”, dovuto all’uso, da parte dell’artista, di strumenti operanti in bande spettrali non percettibili dall’occhio umano, consentendo in tal modo di entrare nella natura di ciò che viene osservato, di seguirne l’evolvere nel tempo, in definitiva in grado di “vedere” aspetti “invisibili”. Mi colpì quindi subito la somiglianza con quanto, per finalità diverse, è fatto con i satelliti di osservazione, che utilizzano strumenti operanti in bande spettrali nelle quali si manifestano, divengono visibili, aspetti di interesse per la diagnosi dello stato di salute del nostro pianeta.

Ma qui finisce il parallelismo, dal momento che, nell’opera di Paolo, l’elaborazione di immagini diviene arte, attraverso una loro trasformazione non per mere finalità grafiche ma come strumento di trasmissione di un pensiero, di un concetto, spesso espresso cripticamente, come nel caso del dollaro in orbita, nel titolo dell’opera, che l’osservatore è invitato a decifrare per essere guidato alla comprensione del pensiero dell’artista.

Nel suo peregrinare attorno alla Terra, EduSAT, divenuto galleria/museo orbitale del “dollaro sindone”, non è più visitabile direttamente, ma ci comunica comunque la sua posizione, e quella del George Washington in esso esposto attraverso il segnale radio che è emesso dal satellite, è ricevuto a Terra ed ha per destinatario un’altra opera d’arte, realizzata dal medesimo artista, Paolo Monti, ispirato dalla nomina di Colleferro a Capitale Europea dello Spazio. Simbolicamente questa teleconnessione, di pace per sua natura, concretizza il gemellaggio tra due musei, quello in orbita con EduSAT, divenuto il primo “Museo dello Spazio”, ed il “Museo Spazio Colleferro”, suo “consanguineo” a terra.

EDUSAT ID: 37788
LARES 1 ID: 38077
LARES 2 ID: 53105

EDUSAT, I SATELLITI LARES E COLLEFERRO UN GEMELLAGGIO POSSIBILE

Antonio Paolozzi

La Scuola di Ingegneria Aerospaziale (SIA) della Sapienza Università di Roma, istituita nel 1963 dal Prof. Gen. Luigi Broglio, padre dello spazio italiano, ha consentito all’Italia con il progetto S. Marco di essere la terza nazione al mondo, dopo Unione Sovietica e USA, a lanciare nel 1964 un satellite (il S. Marco 1). Molti altri lanci seguirono a questo straordinario evento. Dall’anno 2000 la Scuola, guidata dai Presidi Filippo Graziani e Paolo Teofilatto, ha continuato la sua attività pioneristica con il programma di microsatelliti universitari tramite il quale è stata la prima università al mondo a lanciarli con cadenza biennale. Oltre ai corsi universitari, La SIA ha anche rivolto l’attenzione alle Scuole superiori con il programma “Astronautica in Classe” che è addirittura culminato il 17 agosto 2011 con il lancio del microsatellite di 10 kg  EDUSAT, progettato e costruito in cooperazione con la ditta aerospaziale GAUSS e alla quale hanno partecipato studenti e professori della SIA e delle superiori.  La Scuola di Ingegneria Aerospaziale, sempre attenta alle nuove sfide, ha raccolto con entusiasmo la proposta dell’artista Paolo Monti di inserire all’interno del satellite una sua opera d’arte, rendendo così il satellite non solo strumento scientifico e didattico ma anche un mezzo per promuovere l’arte tra i giovani e non solo. L’anno successivo il satellite LARES, è stato lanciato con il VEGA, lanciatore ideato e costruito principalmente a Colleferro. Quest’anno il 13 luglio anche il LARES 2 è stato messo in orbita con precisione eccezionale dal VEGA C, nuova versione di VEGA. Questi due satelliti fanno parte di un esperimento ideato dal Prof. Ignazio Ciufolini per la verifica della teoria della relatività generale, sono stati progettati alla Scuola di Ingegneria Aerospaziale dal mio gruppo e verranno trattati nell’intervento che terrò alla tavola rotonda insieme al collega Claudio Paris responsabile dei test termo-ottici dei satelliti LARES ed EDUSAT. Durante la mostra è previsto un breve esperimento per descrivere le proprietà di questi satelliti, anche in relazione all’opera Teleconnessioni di pace ideata da Monti per gemellarli a Colleferro Capitale Europea dello Spazio 2022.

SPAZIO – ARTE – ECONOMIA

Giorgio Priori

Stiamo finalmente vivendo una nuova corsa allo spazio. Questo secolo sarà, con un pizzico di fortuna, simile a quello che diede vita alle grandi spedizioni oceaniche per espandere i confini del mondo conosciuto.

Al contrario di quanto avvenne, in un’epoca ancora analogica, per la corsa alla conquista della Luna negli anni ‘60, oggi i capitali privati, gli interessi economici, sono divenuti, proprio come all’epoca di Magellano, il vero motore che spinge questi razzi fuori dal pozzo gravitazionale terrestre.

L’opera di Paolo Monti 37788 che continuamente orbita poco oltre il confine atmosferico si inserisce, in modo sorprendente, come un’interfaccia analogico-digitale in questo paradigma della nuova Spazio-Economia.

L’ARTE IN ORBITA

Ivana Della Portella

Paolo Monti 37788 sin dagli anni ’80 opera nella sfera delle arti visive realizzando opere meta-ambientali tese ad assottigliare la soglia percettiva tra visibile e non-visibile. Una ricerca posta al limite tra Arte e Scienza che si realizza in opere in cui l’osservatore, attraverso il coinvolgimento attivo, diviene soggetto partecipante in grado di modificarle.

Sono passati giusto undici anni da quel 28 novembre 2011 quando Paolo mi chiese di condurre la giornata di studi Partenza bruciante. L’arte infravista dall’alto presso la Sala Odeion, Museo dell’Arte Classica dell’Università di Roma Sapienza, dedicata all’opera Infra-TazebAu s’pace – Informazione in rivoluzione. C.G.B. satellite a propulsione epistemologica. Sindone 21’37” R.F.I.D.

L’opera, realizzata per il microsatellite EduSAT 37788, si compone di una banconota da un dollaro sbiancata, privata dei suoi simboli e firmata da tutti i partecipanti alla missione che l’ha portata in orbita con successo il 17 agosto 2011. Operando una sorta di ready-made Monti ha riconvertito il satellite EduSAT nella sua galleria orbitante e di fatto il primo Museo dello Spazio al mondo.

Nel suo orbitare attorno alla Terra a 700 km di altitudine e una velocità di 28.000 km l’ora, il museo orbitante ci comunica la sua posizione e quella del dollaro Sindone 21’37” a bordo, attraverso il segnale radio emesso dal satellite e trasmesso in tempo reale dal NORAD (North American Aerospace Defense Command) ID: 37788, divenuto ormai parte integrante del suo nome.

Un collegamento tra Terra e Spazio alla base dell’opera Teleconnessioni di pace. Costellazione a Propulsione di Connettività, un progetto site-specific ideato per Colleferro Capitale Europea dello Spazio 2022, con l’intento di gemellare il primo Museo dello Spazio al Museo Spazio Colleferro, un’installazione propulsiva che ne visualizza posizione e tracciamento nello Spazio attraverso il segnale trasmesso a Terra dal NORAD, in una sinestesia analogico-digitale.

Comune di Colleferro > vai alla pagina

TELECONNESSIONI DI PACE – PAOLO MONTI 37788

Ieri mattina, nell’aula di alta formazione della Biblioteca Comunale R. Morandi, è stata inaugurata la mostra ospitante l’opera di Paolo Monti 37788 “Teleconnessioni di pace. Costellazioni a propulsione di connettività dal primo Museo dello Spazio”.

L’opera è stata ideata per gemellare il Museo Spazio Colleferro al Museo dello Spazio 37788, un’installazione che impiega il segnale trasmesso in tempo reale dal satellite EDUSAT, primo museo in orbita, teleconnesso a due satelliti lanciati con il VEGA realizzato da AVIO a Colleferro.

La mostra è stata affiancata da una tavola rotonda, moderata dall’ing. Marco Regi dell’Associazione Arma Aeronautica, a cui hanno partecipato il Sindaco di Velletri Orlando Pocci, il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, l’Assessore Francesco Guadagno, il Consigliere Umberto Zeppa, rappresentanti dell’Arma Aeronautica, docenti universitari e personalità di spicco come l’Ing. Giuseppe Grande, il Prof. Denis Fadda e l’Ing. Roberto Somma.

L’opera rimarrà in mostra dal 10 al 18 dicembre in Biblioteca.